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MALARIA E AGRICOLTURA: STORIE NATURALI E SANITARIE DI UNA EVOLUZIONE DARWINIANA

Museo del Risorgimento, Sala Codici Piazza Carlo Alberto 8, Torino

con Gilberto Corbellini I rapporti tra malaria e agricoltura intercorsi nella storia illustrano meglio di altri esempi lo stretto legame tra processi evolutivi o darwiniani, pratiche agricole o produttive e salute delle comunitĂ  umane. L’origine evolutiva di Plasmodium falciparum che ha causato e causa quasi tutta la mortalitĂ  per malaria risale alle pratiche agricole in foresta, in particolare al debbio (slash-and-burn), in diverse zone africane giĂ  nel primo Neolitico, che tra 10mila e 5mila anni fa circa favorirono la selezione prima di un vettore (Anopheles gambiae) esclusivamente antropofilo e poi di un ceppo di falciparum particolarmente letale. Nelle zone temperate come l’Italia, dove la malaria dipendeva dalle paludi ed era instabile, l’agricoltura, sulla base delle conoscenze scientifiche riguardanti il parassita e il vettore sviluppate in Italia alla fine dell’Ottocento, consentiva di circoscrivere l’ecosistema favorevole alla trasmissione e quindi di sradicare i parassiti con lo spruzzamento di insetticidi ad azione residua (DDT). Questo risultato non si è potuto ripetere in Africa subsahariana, dove la malaria non dipende dalle paludi ed è molto stabile, in quanto il complesso vettoriale locale riesce a sfruttare ogni forma di attivitĂ  agricola, in quanto produttiva di focolai larvali, per mantenersi a elevati livelli di densitĂ  e […]

NATURA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: UN DIALOGO

Circolo dei Lettori, Sala Grande Via Gianbattista Bogino, 9, Torino

con Mario De Caro Al di là del chiacchiericcio quotidiano, discutere della relazione tra natura e intelligenza artificiale è cosa di grande complessità per varie ragioni. Primo, la definizione stessa di natura è controversa; secondo, non è chiaro se l’intelligenza artificiale sia possibile e nemmeno cosa sia precisamente; terzo, c’è chi tra il naturale e l’artificiale prevede un futuro di interazioni rosee e chi invece profetizza tremende catastrofi. Queste sono evidentemente questioni complesse, a cui non si possono dare, almeno per ora, risposte definitive; ciò che si può fare, però, è mettere un po’ d’ordine, distinguendo le argomentazioni sensate da quelle del tutto infondate.

ABITEREMO ALTRI PIANETI?

Cavallerizza Reale Via Giuseppe Verdi 9, Torino

con Amedeo Balbi Secondo alcuni, il destino dell’umanità è di diventare una specie multi-planetaria. Addirittura, la nostra stessa sopravvivenza a lungo termine sarebbe legata alla possibilità di abbandonare la Terra e di stabilirsi in colonie permanenti nello spazio o su altri pianeti. Ma è davvero così? Cosa c’è di realistico in queste previsioni, e quanto sono a portata di mano? Quali ostacoli dovremmo affrontare per trasferirci su altri mondi, e quali sarebbero le possibili destinazioni? L’esplorazione dello spazio e dell’universo servono a garantirci una via di fuga su un’altra Terra, o, piuttosto, a comprendere che quella che abbiamo è insostituibile?