L’agricoltura ha rappresentato la più grande rivoluzione nella storia dell’umanità, dopo la scoperta del fuoco. Oggi, si affaccia a una nuova, incredibile frontiera: la coltivazione di piante in ambienti extraterrestri.
Stefania De Pascale, Professoressa Ordinaria di Orticoltura all’Università di Napoli, autrice del libro Piantare patate su Marte. Il lungo viaggio dell’agricoltura, nel corso di Coltivato 2025 ci ha offerto una entusiasmante lezione su una delle sfide più ambiziose del settore agricolo.
Ma di cosa parliamo quando parliamo di agricoltura spaziale, e perché è necessaria? Per rispondere a queste domande, De Pascale ha raccontato come avviene l’approvvigionamento di cibo sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), a 400 km dal nostro pianeta. Qui, ogni risorsa è gestita con estrema attenzione: i liquidi vengono rigenerati, mentre il cibo viene trasportato direttamente dal nostro pianeta. L’alimentazione nello spazio si è notevolmente evoluta dal 1961, anno della prima orbita intorno alla Terra: allora, i medici non erano in grado di sapere se gli astronauti nello spazio sarebbero stati in grado di deglutire, perciò lo space food era qualcosa di simile a omogeneizzati in tubetti di dentifricio. Oggi, il cibo per gli astronauti è molto più nutriente, liofilizzato, precotto, e conservabile per 24 mesi, grazie a sistemi di refrigerazione e packaging particolari.
Il trasporto di cibo sulla ISS, tuttavia, è estremamente oneroso dal punto di vista tecnologico ed economico: considerando che i confini dell’esplorazione spaziale si allargheranno sempre di più, fino all’esplorazione di pianeti lontani, non possiamo più pensare di rifornire risorse alimentari dalla Terra. L’esplorazione di Marte, infatti, non è più solo un sogno: la NASA, con la missione Artemis, sta puntando a stabilire una base sulla Luna come trampolino verso Marte, distante tra 55 e 405 milioni di km dalla Terra. Anche pensando alla distanza minima, una missione su questo pianeta richiederebbe anche 7,5 tonnellate a persona di cibo.
La soluzione? Coltivare direttamente nello spazio. Sulla ISS, che verrà smantellata entro il 2031, si sperimentano già piccole serre, le “salad machine”, dove si producono ortaggi a km zero, come nel caso di Veggie, che utilizza sistemi a tensione superficiale e materiali porosi (come argilla e stoppini) per irrigare in assenza di gravità. È celebre la lattuga mangiata da Scott Kelly nel 2015 durante una missione spaziale, evento tanto simbolico da essere salutato dalla NASA come “un piccolo morso per l’uomo, un grande balzo per l’umanità”.
Curiosità: Lavazza, in collaborazione con Agrotec e con l’Agenzia Spaziale Italiana, ha realizzato per la ISS la prima macchina per il caffè a capsule nello spazio – chiamata, appunto, ISSpresso. Fu Samantha Cristoforetti, il 3 maggio 2015, a inaugurarla, bevendo primo espresso della storia in condizioni di microgravità.
Oggi si punta ad arricchire la dieta spaziale con coltivazioni più nutrienti, come micrortaggi ricchi di vitamina C, e specie ad alto contenuto energetico come la patata, regina della futura dieta marziana. Marte, però, è un pianeta ostile e inospitale: -55°C, radiazioni, atmosfera rarefatta. Il “Laboratory of Crop Research for Space” a Napoli sta lavorando all’applicazione nello spazio di sistemi volti a ricreare ambienti protetti e tecnologie avanzate, molte delle quali hanno già applicazione sulla Terra, come i LED per coltivazioni indoor o i sistemi idroponici a ciclo chiuso. Anche i rifiuti organici possono diventare fertilizzanti sostenibili.
Proprio per questi motivi l’agricoltura spaziale è in grado di restituire conoscenze e tecnologie a quella terrestre: è un vero e proprio laboratorio che contribuisce a migliorare l’agricoltura su un pianeta dove la popolazione è in crescita esponenziale, e dove i cambiamenti climatici stanno mettendo in crisi l’intero settore. Imparare a coltivare in ambienti inospitali, come quelli marziani, ci porta a utilizzare meno risorse, ma in modo più efficiente. L’agricoltura, in conclusione, può ancora una volta rivoluzionare la storia dell’umanità.
Testi a cura dei collaboratori di Coltivato 2025