con Elsa Fornero e Roberto Moncalvo
Sempre più spesso il lavoro, e la fase educativa che lo precede, sono oggi fattori di marginalizzazione e di disparità anziché di inclusione, di equità, di realizzazione. Alla base di tutto ciò vi sono fattori economici, demografici, tecnologici, istituzionali. È possibile, e necessario, invertire la tendenza all’impoverimento del lavoro con politiche lungimiranti e coerenti, da affiancare, con nuovi investimenti e provvedimenti, a quelli già previsti nel PNRR.
Negli ultimi 10 anni, in controtendenza rispetto al crollo degli altri settori (-13%), è cresciuto il numero di imprese
agricole guidate da giovani per un totale di oltre 55mila under 35 che hanno scelto di costruirsi un futuro investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendita diretta fino alle bioenergie e all’economia green. Nell’arco, quindi, di un decennio, tra crisi, pandemia e guerra, il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni e le aziende guidate da under 35 hanno una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% grazie alla capacità di innovazione e il 50% di occupati in più per azienda. A questo scenario si aggiunge il boom di iscrizioni alle scuole professionali di agraria con un +15% dalla pandemia a oggi.